Le alterazioni numeriche cromosomiche più frequenti alla nascita sono: trisomia 21 (sindrome di Down, frequenza 1/700 nati), trisomia 18 (sindrome di Edwards, frequenza 1/6000 nati), trisomia 13 (sindrome di Patau, frequenza 1/20000 nati). Tali alterazioni sono dovute, nella maggior parte dei casi, ad una non corretta separazione di una coppia di cromosomi durante la divisione cellulare (meiosi) che porta alla formazione di cellule riproduttive (gameti) che contengono un cromosoma in più (trisomia). Relativamente ai cromosomi sessuali X e Y, le alterazioni numeriche (aneuploidie) sono: la Sindrome di Klinefelter o XXY (frequenza 1/1000), la monosomia (un cromosoma in meno) del cromosoma X, denominata Sindrome di Turner (frequenza 1/5000 femmine), la sindrome di Jacobs o XYY (frequenza 1/1000 maschi) e la sindrome XXX (frequenza 1/2000 femmine).
TEST PRENATALE INVASIVO.
A tutt’oggi l’analisi citogenetica costituzionale (ricostruzione del cariotipo) rappresenta l’analisi di elezione in ambito invasivo.
TEST PRENATALE NON INVASIVO. DNA FETALE IN SANGUE MATERNO
A partire dal primo trimestre di gravidanza è presente nel circolo ematico materno DNA libero di origine fetale (cffDNA, cell free fetal DNA), che può essere prelevato in maniera non-invasiva ed utilizzato per lo studio di alcune patologie fetali. Il DNA libero presente nel circolo materno origina dalla lisi di cellule materne e cellule placentari.
A partire dalla V settimana di amenorrea il citotrofoblasto placentare si ancora alla decidua parietale uterina; le arterie spirali deciduali irrorano le lacune presenti tra la decidua e la placenta; il citotrofoblasto invade e tappezza le pareti delle arterie spirali e le rimodella. Il ricambio delle cellule del trofoblasto che tappezzano le pareti delle arterie spirali, mediato dalle citochine, libera il DNA. I frammenti di DNA fetale degradato hanno dimensioni di circa 180 bp (paia di basi) e sono sospesi nel plasma arterioso.
A tutt’oggi, alcune società scientifiche nazionali (SIGU) ed internazionali (sMFM, ESHG/ASHG, ACMG, ISPD) hanno assunto posizioni concordi sul ruolo del NIPT, riconoscendone la validità e l’utilità clinica per le tre principali trisomie (T21, T18, T13), per le quali il test di screening ha maggiore sensibilità e specificità. L’uso nella pratica clinica dello screening per le aneuploidie dei cromosomi sessuali, monosomia X (MX), triplo X (XXX), XYY e XXY, si è sviluppata rapidamente ed ora viene eseguito pressoché di routine in concomitanza con lo screening delle T13, T18 e T21.
È possibile indagare il cariotipo molecolare con tecnica genome widw per anomalie superiori a 10Mb e anche le microdelezioni inferiori a 10Mb responsabili di condizioni cliniche specifiche.
Le gestanti che scelgono un test cfDNA/NIPT devono avere un colloquio dedicato, anche in rapporto alle altre tecniche di diagnosi e screening prenatale disponibili, con un operatore sanitario con documentata formazione nell’ambito del test cfDNA/NIPT.
Non tutti i test offrono le stesse caratteristiche, di profondità di sequenziamento, di ricerca della frazione fetale, non tutte le strutture sanitarie offrono il percorso informativo dedicato.
Data la natura non diagnostica del test, in caso di risultato positivo/alto rischio si rende necessario una conferma mediante procedura invasiva (villocentesi o amniocentesi).
L’ indagine di approfondimento risulterà a carico del Laboratorio Mendel.
In caso di risultato non ottenibile per scarsa quantità di DNA fetale, il test verrà rimborsato o ripetuto gratuitamente.